Alcune persone dicono: “Se le tue vene ti danno fastidio, non devi fare niente.” O peggio: “Non serve a nulla trattarle perché loro si ripresenteranno”. O ancora: “Curi tutte le vene varicose solamente quando avrai la certezza che non resterai più incinta.”

Allo stesso tempo, le persone che hanno la trombosi venosa alle gambe ricevono numerose informazioni sui medicinali che fluidificano il sangue. La preoccupazione è tutta concentrata nella risoluzione del problema momentaneo, però pochi si ricordano delle complicazioni a lunga scadenza a cui può portare la trombosi.

A causa di tali informazioni incomplete, svariate volte le persone finiscono per non fare le dovute visite mediche con il chirurgo vascolare e rimangono sorprese quando iniziano a sviluppare i primi sintomi, come per esempio: gonfiore ai piedi, alle caviglie e alle gambe, macchie scure, macchie ocra, un ispessimento ed indurimento della pelle intorno alle caviglie e ferite o ulcere alle gambe o caviglie. L’insufficienza Venosa Cronica si riferisce ai danni causati dall’ipertensione venosa e dal riflusso venoso nella pelle e nel sub-cutaneo.

Perché questo accade e chi deve preoccuparsene?

Ogni anno, più ricerche vengono fatte e più capiamo su questo argomento. Tra tutti i problemi esistenti nella sanità, questo è un problema molto frequente, molto studiato, benigno e con molte opzioni i di controllo e/o di trattamento. Dunque, non c’è alcun motivo per soffrire.

Per capire questo problema, ciò che accade e cosa si può fare per evitarlo, cerchiamo di capire come funziona la nostra circolazione.

Cosa può accadere di sbagliato? Quali sono le precauzioni da prendere per prevenire problemi nel futuro?

La nostra circolazione inizia quando il cuore, il quale è una pompa propulsiva, pompa il sangue attraverso le nostre arterie e vene verso tutti i tessuti del nostro corpo. Per le nostre arterie il lavoro è relativamente facile, dato che la pompa cardiaca è molto forte e la forza di gravità, inoltre, aiuta a spingere il sangue fino ai piedi.

Dopo che i tessuti dei muscoli, della pelle, dei grassi ed altri usano l’ossigeno ed i nutrienti del sangue, restituiscono il diossido di carbonio ed altre sostanze considerate come resti del nostro metabolismo per le nostre vene.

Dopodiché, le nostre vene devono pompare nuovamente il sangue al nostro cuore. Per far sì che ciò succeda, le vene usano la forza dei muscoli della gamba per spingere il sangue verso gli organi superiori. Perché possa funzionare, le vene dipendono dalle valvole unidirezionali, le quali permettono che il sangue vada in un’unica direzione, verso il cuore.

Durante la contrazione muscolare, le vene sono “spremute” ed il sangue è forzato ad andare verso la parte superiore del corpo.

Quando la malattia venosa si manifesta, normalmente accade perché le valvole hanno smesso di funzionare. Nelle nostre vene profonde, le valvole si dannificano quando una persona ha una trombosi venosa profonda, ossia, un coagulo dentro la vena. Di conseguenza, quest’ultimo, dopo esser assorbito lascia una cicatrice nella parete venosa.

Nelle vene superficiali, il danno occorre quando avviene un’infiammazione cronica nel corpo, la quale causa un indebolimento della parete venosa e la propria dilatazione. Nel momento in cui queste vene si dilatano, le valvole si allontanano, smettono di funzionare e, inoltre, non resistono più alla gravità, permettendo al sangue di risalire con una pressione inversa verso i piedi.

Maggiore è la quantità di sangue che va verso i piedi, maggiore sarà la pressione venosa nella zona interessata, considerando che, nella caviglia questa pressione è anche maggiore. Man mano che la pressione aumenta, avviene uno stress maggiore nelle piccole vene della superficie della pelle e, conseguentemente, anche loro si dilatano, generando degli agglomerati di teleangectasia, i quali rimangono visibili nella parte interna ed esterna della caviglia. Questo mucchio di vene vicino alla caviglia è conosciuto come “corona flebectasica”.

L’aumento della pressione venosa, associato all’indebolimento della parete venosa, permette che i fluidi attraversino la vena, causando l’edema (gonfiore) ai piedi, alle caviglie e gambe.

A volte, oltre al fluido, anche le cellule rosse iniziano ad uscire dalle vene e la nostra pelle assorbe il ferro contenuto dentro le cellule rosse, facendole diventare di colore marrone.

Inizialmente, questo colore marrone si manifesta sotto forma di piccoli punti o macchie intorno alla caviglia, ma con il passare degli anni, l’intera area in questione può diventare tutta marrone. Tale macchia di colore marrone è conosciuta come hiperpigmentazione o dermatite ocre. Quando esiste un’infiammazione in questa area, il colore può essere più rosso che marrone e ciò è chiamata dermatite, che può essere associata all’eczema.

Quando tutta la parte inferiore della gamba perde il suo colore originale e la pelle diventa più spessa, dura, oppure sembra che sia di cuoio, si ha a che vedere con una condizione chiamata lipodermatosclerosi. Tutte questi cambiamenti nell’apparenza delle gambe e caviglie provengono dallo stesso problema, cioè l’aumento della pressione venosa. Quando essa è molto alta, l’ipertensione affetta la salute della pelle in questa area e, se il problema venoso non viene corretto, la pelle cederà e si aprirà una ferita, anche senza aver nessun trauma. Questa ferita prende il nome di ulcera venosa.

Quando la persona presenta qualcuna di queste complicazioni con le proprie vene varicose o a causa di una trombosi venosa precedente, viene detto che ha un’insufficienza venosa cronica.

Se si ha già avuto una trombosi venosa alle gambe o si hanno le vene varicose, oppure uno dei sintomi alle gambe, con edema, dolore, sensazione di pesantezza, crampi, si dovrebbe consultare uno specialista delle vene, che non è altro che un chirurgo vascolare.

Uno degli esami più importanti che il flebologo o chirurgo vascolare farà è un’ecografia venosa, un ecoDolppler venoso dei membri inferiori o una mappatura venosa. L’ecoDoppler è un esame non invasivo, che non è doloroso e identifica chiaramente se si hanno delle vene che stanno portando il sangue nel senso sbagliato. Inoltre, per mezzo di questo esame si riesce a valutare la gravità della situazione. La pletismografia è un ulteriore esame utilizzato per valutare non appena il tempo impiegato dalle vene per gonfiarsi, il quale indica l’insufficienza venosa, ma anche l’efficacia della pompa del polpaccio.

L’esame visivo delle gambe aiuterà anche il medico a considerare se si hanno delle vene che stanno trasportando il sangue nella direzione errata e riesce a valutare la gravità della situazione. L’esame delle gambe, oltretutto, aiuterà il medico a capire se ci sono delle malattie venose che stanno già affettando la pelle ed il sub cutaneo.

Se è presenti uno di questi cambiamenti nella pelle, oppure se il medico crede che il flusso venoso stia mettendo il paziente in condizione di averne, esistono diversi procedimenti che possono cambiare la situazione. Il più semplice ed il più economico è quello dell’uso della calza elastica a compressione, la quale deve essere consigliato dallo specialista. Ci sono delle malattie arteriali che controindicano l’uso della calza, oltre all’allergia al silicone ed al suo tessuto. Spesso, l’uso della calza 3/4 o fino al ginocchio è sufficiente e può essere comprata in qualsiasi negozio di materiale medico chirurgico.

Tuttavia, il corretto uso della calza richiede una misurazione appropriata della gamba, quindi la misura non deve essere approssimativa, ma c’è bisogno di quella esatta.

Il chirurgo vascolare consiglierà il grado di compressione della calza: alto, medio o basso. Quando questa calza viene usata giornalmente, principalmente nei momenti nei quali si rimane molto tempo in piedi o seduti, si aiuterà il corpo a pompare il sangue verso il cuore e renderà più difficile l’azione di gravità che spinge il sangue verso il basso, evitando l’aumento della pressione venosa nelle gambe.

Inoltre, vari studi dimostrano che l’uso della calza a compressione graduata aumenta il trasporto di ossigeno alla pelle. Dunque, usando la calza elastica è possibile che la pelle diventi più sana e molte volte si ha un miglioramento della sua colorazione, del gonfiore e dell’indurimento.  Sappiamo delle difficoltà di uso della calza durante i mesi più caldi, per questo, per far sì che si abbia un esito positivi è molto importante un tessuto di buona qualità e che la misura sia giusta.

Recentemente, atleti di alta performance hanno usato le calze elastiche come complemento e ausilio per ottenere dei migliori risultati, ma ciò ha ancora bisogno di studi approfonditi.

Anche se le calze elastiche sono molto importanti nel controllo dell’insufficienza venosa cronica, per una soluzione a lunga scadenza c’è bisogno di ben altro.

Per mezzo dell’esame ecografico non possiamo vedere esattamente quali vene stanno funzionando e quali no e così determinare il miglior trattamento.

Attualmente, esistono diversi trattamenti che permettono un recupero molto veloce. A seconda del trattamento scelto può essere effettuato in laboratorio, in Day Hospital o negli ospedali ed il paziente può essere dimesso in tempi brevi, in modo da poter ritornare alle attività giornaliere il giorno successivo.

Per molto tempo le persone che avevano insufficienza venosa cronica erano destinate a passare il resto della loro vita con le gambe gonfie, dolore e ulcere frequenti. Oggigiorno, i chirurghi vascolari sono dotati di una conoscenza molto amplia sulle malattie e sui trattamenti molto efficaci. Pertanto, nel secolo XXI, l’insufficienza venosa cronica è una condizione trattabile che non limita una persona e, tantomeno, ne pregiudica la propria qualità di vita.


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